Franco Antonio

Mai come adesso la giustizia è stata tradita e vilipesa da una classe politica inetta, maliziosamente iniqua. Una classe politica preda di una burocrazia statalista che detta le regole e i comportamenti tanto assurdi da sembrare irreali ed illogici, ma tristemente reali. Una classe politica che ha varato, e sta varando, provvedimenti volti alla depenalizzazione di reati, cosa questa che va nella direzione di facilitare una “immigraoccupazione” folle contro cui, grazie anche … ai ben noti provvedimenti giudiziari degli ultimi tempi con le ben note scarcerazioni, anche le forze dell’ordine sono state rese impotenti nel loro operare ma, anche e soprattutto, disincentivate nell’eseguire i compiti di prevenzione e repressione del crimine. Ma non basta. Grazie alla recente riforma della magistratura, oggi, i giudici onorari e i giudici di pace, che hanno sin ora trattato l’80% del carico giudiziario, potranno svolgere le loro attività un solo giorno alla settimana, con il risultato “certo” che la giustizia si bloccherà definitivamente, privando ancor più noi cittadini di quella certezza del diritto che è altresì garantita dalla nostra costituzione. Per questo Giudici di Pace e Giudici onorari da oggi sono in sciopero, per difendere il diritto alla buona giustizia. Condividete perché il compito per la buona giustizia spetta a tutti i cittadini e non solo a chi ha il compito del amministrarla. Senza la buona Giustizia e il diritto non può esistere democrazia ma solo tracotanza, prepotenza e prevaricazione.

Franco AntonioIl mio lavoro

La persistente follia dei nostri politici, i quali, invece di rendere più aspre le pene per chi delinque onde scoraggiare coloro che volessero replicare tali misfatti, stanno pensando di depenalizzare un’altra serie di reati che verranno estinti con condotta riparatoria. Abbiamo già assistito al primo atto di questo scempio con i primi reati depenalizzati lo scorso febbraio 2016. Per fare un calzante esempio cito quello “degli atti osceni in luogo pubblico”, risultato! Ora quotidianamente, e senza che le forze dell’ordine possano più fare nulla, assistiamo a gente che si denuda, urina, defeca e si masturba in ogni luogo pubblico, ma, soprattutto, alla presenza di donne e bambini. Ma certo, questo è un reato considerato dai nostri politici bagatellaro, un reato che però offende la morale di chi ancora crede nel rispetto altrui, e pone gravi interrogativi sulla liceità dei comportamenti che pare, non volendo essere troppo malizioso, incontrino il solo favore di chi è favorevole alla “immigraoccupazione” e ai suoi cospicui proventi, posto che però, di contro, i nostri “scienziati” romani ammiccano pericolosamente all’introduzione di comportamenti che non si rifanno alla nostra storia, cultura e tradizione, vedasi il burka o la richiesta di togliere i crocefissi dalle scuole.

Ma veniamo a noi.

La recente riforma del processo penale, ha introdotto nel codice penale, un nuovo articolo, il 162-ter denominato: “estinzione del reato per condotte riparatorie”. In buona sostanza, con questo nuovo articolo, si prevede che all’imputato, il quale ripari interamente il danno provocato con il reato commesso, eliminando ove possibile anche le conseguenze dannose o pericolose provocate mediante risarcimento e restituzione, venga concessa, da parte del giudice, l’estinzione del reato stesso. (Io, personalmente ritengo estremamente discriminante tal articolo del codice penale perché privilegerà chi ha facoltà economiche tali da sanare il reato discriminando altresì chi non possiede tali facoltàinoltre il significato di deterrenza attribuito alla pena viene a mancare totalmente) Si consideri altresì che tale articolo è applicabile ai soli reati perseguibili a querela soggetta a remissione, nel termine massimo della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado. (guarda caso quelli che i cittadini denunciano per avere ragione di un torto o danno subiti)

Ma ecco la lista dei reati che dovrebbero essere estinti tramite la riparazione, sempre che questo nostro popolo non si desti da questo millenario torpore e, anche a pedate nel fondo schiena, spazzi via questa razza di imbelli e impreparati politicanti. In rosso quelli che dovete leggere e capire bene perché è così che cambierà la nostra vita in peggio.

– mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice (art. 388 c.p.)

– violazione colposa dei doveri inerenti alla custodia di cose sottoposte a pignoramento ovvero a sequestro giudiziario o conservativo (art. 388-bis c.p.)- esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose (art. 392 c.p.)

– esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone (art. 393 c.p.)

– soppressione, distruzione e occultamento di atti veri se il fatto concerne una cambiale o un titolo di credito trasmissibile per girata o al portatore (art. 490 c.p.)

-falsità in cambiale o titoli di credito, ma non in testamento olografo (art. 491 c.p.)

-turbata libertà dell’industria o del commercio (art. 513 c.p.)

-violazione degli obblighi di assistenza familiare, salvo limitate eccezioni (art. 570 c.p.)

-sottrazione consensuale di minorenni (art. 573 c.p.)

-sottrazione di persone incapaci (art. 574 c.p.)

-percosse (art. 581 c.p.)

-lesioni personali lievissime (art. 582 c.p.)

-lesioni personali colpose, tranne determinate eccezioni (art. 590 c.p.)

-diffamazione (art. 595 c.p.)

-minaccia (art. 612 c.p.)

-stalking non realizzato con minacce gravi (art. 612-bis c.p.)

-violazione di domicilio (art. 614 c.p.)

-interferenze illecite nella vita privata, purché non commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio, con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti alla funzione o servizio, o da chi esercita anche abusivamente la professione di investigatore privato (art. 615-bis c.p.)

-accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico non aggravato (art. 615-ter c.p.)

-violazione sottrazione e soppressione di corrispondenza (art. 616 c.p.)

-cognizione interruzione o impedimento illeciti di comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche, purché non commesso in danno di un pubblico ufficiale o di un incaricato di un pubblico servizio nell’esercizio o a causa delle funzioni o del servizio, ovvero da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti alla funzione o servizio, o da chi esercita anche abusivamente la professione di investigatore privato.(art. 617 c.p.)

-intercettazione impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche, purché non commesso in danno di un sistema informatico o telematico utilizzato dallo Stato o da altro ente pubblico o da impresa esercente servizi pubblici o di pubblica necessità; da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti alla funzione o al servizio, ovvero con abuso della qualità di operatore del sistema o da chi esercita anche abusivamente la professione di investigatore privato. (art. 617-quater c.p.)

-rivelazione del contenuto di corrispondenza (art. 618 c.p.)

-rivelazione del contenuto di documenti segreti (art. 621 c.p.)

-rivelazione di segreto professionale (art. 622 c.p.)

-rivelazione di segreti scientifici o industriali (art. 623 c.p.)

-furto semplice (art. 624 c.p.)

-furto commesso dal colpevole al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa sottratta, quando questa, dopo l’uso momentaneo, è stata immediatamente restituita (art. 626 c.p.)

-furto commesso su cose di tenue valore, per provvedere a un grave ed urgente bisogno (art. 626 c.p.)

-furto commesso spigolando, rastrellando o raspollando nei fondi altrui, non ancora spogliati interamente del raccolto (art. 626 c.p.)

-usurpazione – rimozione o alterazione dei termini di un immobile (art. 631 c.p.)

-deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi (art. 632 c.p.)

-invasione di terreni o edifici (art. 633 c.p.)

-danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici (art. 635-bis c.p.)

-introduzione o abbandono di animali nel fondo altrui e pascolo abusivo (art. 636 c.p.)

-ingresso abusivo nel fondo altrui (art. 637 c.p.)

-uccisione o danneggiamento di animali altrui (art. 638 c.p.)

-deturpazione e imbrattamento di cose altrui, salvo che il fatto sia commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati o su cose di interesse storico o artistico (art. 639 c.p.)

-truffa non aggravata (art. 640 c.p.)

-frode informatica non aggravata (art. 640-ter c.p.)

-insolvenza fraudolenta (art. 641 c.p.)

-fraudolento danneggiamento di beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona (art. 642 c.p.)

-appropriazione indebita, salvo che il fatto sia commesso su cose possedute a titolo di deposito necessario o che ricorra taluna delle circostanze indicate nel numero 11 dell’articolo 61 c.p. (art. 646 c.p.)

-delitti contro il patrimonio di alcuni determinati congiunti, commessi senza violenza alle persone (art. 649 c.p.)

Altro articolo che aggiungerei volentieri azzeramento degli stipendi dei magistrati che a questo punto non servono più a niente. Cari italiani, popolo di vacanzieri e tifosi, dite addio alla democrazia e alla liberta.

Cav. Franco Antonio Pinardi

Segretario Generale:
Confederazione Unitaria Giudici italiani Tributari – C.U.G.I.T
Confederazione Giudici di Pace C.G.d.P.
Presidente del Tribunale Arbitrale per l’Impresa il Lavoro e lo Sport

Legislazione

Trasmetto a tutti voi per debita conoscenza  l’importante modifica legislativa contenuta nell’allegato link che l’amico Avv. Maurizio Villani ha ho consegnato all’On. Teresa Bellanova, Vice Ministro allo Sviluppo Economico dell’attuale Governo, la quale ha assicurato il suo massimo impegno.

Cav Franco Antonio Pinardi

Segretario generale di Confederazione Giudici di Pace
Segretario generale di Confederazione Giudici Italiani Tributari
Presidente del Tribunale Arbitrale per l’Impresa, il Lavoro e lo Sport

condono-liti-fiscali-pendenti-nuova-proposta-modifica-legislativa-con-quadro-sinottico_villani_10-07-17
Franco Antonio

Il fatto che sia intervenuta la così detta globalizzazione, non vuol certo dire che il dovere di cassa possa prescindere dalla centralità dell’individuo massima espressione della nostra umanità e fondamento imprescindibile per la crescita del pianeta. Se in nome del profitto vengono svenduti i valori, la centralità della vita, il diritto di progredire e poter decorosamente mantenere le proprie famiglie, ecc. allora vuol dire che stiamo sbagliando percorso. Per questo, affinché ciascuno si prenda la propria parte di responsabilità per quanto sta accadendo, anche solo prendendo coscienza  dei tanti scempi a cui stiamo assistendo, pubblico la comunicazione dei lavoratori della Vodafone a cui va la mia piena e totale solidarietà per quanto sta a loro succedendo, e vi esorto a farvi promotori di questa istanza perché, il dio profitto, potrebbe mettere anche voi nelle stesse difficoltà e l’unica forma che abbiamo, “secundum legem”, per combattere le ingiustizie, è quella di far sentire la nostra voce e la nostra solidarietà.

Cav. Franco Antonio Pinardi
Presidente del Tribunale Arbitrale per l’Impresa il Lavoro e lo sport
Segretario Generale
Confederazione Giudici Tributari C.U.G.I.T.
Confederazione Giudici di Pace C.G.d.P.

 

CEDUTI-LICENZIATI.VINCITORI DI CAUSE LEGALI
REINTEGRATI ED ORA….SEMPRE NOI……TRASFERITI….
IL CALVARIO SENZA FINE DEI DIPENDENTI VODAFONE


Nel 2007 Vodafone cedette 914 lavoratori a una compagnia outsourcer tramite una cessione di ramo d’impresa e che a Roma ai lavoratori ceduti il tribunale riconobbe l’inesistenza del ramo d’azienda e la conseguente dichiarazione di nullità della cessione con obbligo di reintegro dei lavoratori.  A soli 3 mesi dalla riassunzione però Vodafone licenziò solo gli 85 lavoratori reintegrati, letteralmente selezionati uno ad uno tra 470 dipendenti di Roma.  Dopo due anni senza salario quei lavoratori ottennero in tribunale il riconoscimento della discriminazione operata ai loro danni e Vodafone venne condannata per comportamento discriminatorio e ritorsivo, anche in Cassazione.

 

Con un mezzo di discriminazione diverso, oggi la storia si ripete a Ivrea.

Nel dicembre 2015, la corte d’appello di Torino ha sentenziato per 17 donne e uomini il diritto a essere reintegrati in Vodafone.

A marzo 2016 iniziano a lavorare nella sede di Ivrea, venendo adibiti ad un servizio non più svolto da Vodafone e “reinternalzizato” esclusivamente per occupare questi lavoratori, pur essendo lo stesso notoriamente in via di esaurimento.

Il 29 maggio 2017, quindi a poco più di un anno dal reintegro,l’Azienda ha annunciato il trasferimento a Milano, per asserite esigenze di riorganizzazione di:

  • tutti i reintegrati (fatte salve due lavoratrici in maternità);
  • 4 lavoratrici mai cedute della sede di Ivrea che hanno problemi di salute, spesso conseguenza della attività lavorativa svolta, e che non possono più rispondere in call center.

 

Dal I° luglio 2017 19 dipendenti di Ivrea verranno trasferiti a Milano per entrare a far parte di un gruppo di lavoro creato ad hoc per loro, nel quale  troveranno altri 12 colleghi milanesi rientrati in Vodafone dopo la vittoria delle cause contro la cessione e altri 10 lavoratori del call center di Milano non idonei alla risposta telefonica. L’azienda ha dichiarato che in questo gruppo di lavoro verranno fatti affluire, nel prossimo futuro, lavoratori reintegrati e lavoratori non idonei alla risposta appartenenti a tutte le sedi del centro nord (Bologna, Padova). E’ stato annunciato che verrà creato analogo polo al centro sud, verso il quale verranno fatti trasferire lavoratori con identiche caratteristiche.

 

Si avranno dunque lavoratori con problemi di salute e lavoratori reintegrati da sentenze della magistratura erranti per l’Italia al fine di convergere in due centri loro esclusivamente dedicati.

E’ da dieci anni che l’azienda Vodafone decide del nostro destino di lavoratori e di persone con tracotanza, stravolgendo vite, serenità e progetti e senza sembrare volere mettere fine a una storia che ogni volta conduce a esiti sconcertanti per la loro varietà e intensità. E’ da dieci anni che Vodafone gioca con le sentenze della magistratura.

 

Si tratta in maggioranza di lavoratori con contratti part time a 5 o 6 ore e relative retribuzioni. La maggior parte sono donne e madri di figli in tenera età; la durata della prestazione lavorativa sarà quasi analoga alla durata del viaggio tra andata e ritorno; queste persone non avranno più modo di occuparsi delle proprie famiglie e di vivere nel senso pieno e comunemente condiviso del termine.

 

Vodafone Italia S.p.a. è un’azienda che utilizza parecchie risorse per promuovere iniziative pubbliche e interne all’azienda a favore delle pari opportunità e contro ogni tipo di discriminazione e per dotarsi di un’autoregolamentazione etica. Sul sito della società si può leggere “La parità di trattamento delle persone di Vodafone Italia si concretizza nel garantire, a partire dalla fase di selezione e in tutte le attività svolte, la non discriminazione per motivi di razza, sesso, nazionalità, orientamento sessuale, status sociale, apparenza fisica, religione e orientamento politico”

 

In tutte le sue sedi Vodafone ha gruppi di lavoro nei quali non solo i responsabili ma gli stessi colleghi vivono e lavorano in nazioni diverse tra loro, incentiva il ricorso allo smart working, che è lo svolgimento del proprio lavoro al di fuori dell’ufficio e senza orari imposti, così da migliorare il bilanciamento tra lavoro e vita personale.

Il fatto che, in una azienda con queste caratteristiche, il trattamento previsto per 19 ben precise persone sia il trasferimento a 120 km di distanza dalla propria sede di assunzione, indica con tutta evidenza che l’intento ultimo e certamente non nascosto, è quello di indurre quelle persone a licenziarsi per l’insostenibilità delle condizioni.

Abbiamo quindi urgentemente bisogno di uno spazio per fermare questi trasferimenti discriminatori denunciando quanto accade in Vodafone, dove sotto l’immagine patinata di azienda attenta ai temi sociali si celano comportamenti discriminatori ed elusivi delle sentenze dei magistrati italiani. Non c’è in gioco solo il posto di lavoro ma il rispetto di principi fondamentali del nostro Paese.

Per maggiori dettagli e tutta la documentazione del caso in nostro possesso di seguito i riferimenti di due colleghe, entrambe lavoratrici reintegrate ed entrambe rappresentanti sindacali: Serena Antonelli(tel: 3314395270) della sede Vodafone di Roma e  Valeria Viletto della sede Vodafone di Ivrea e coinvolta in prima persona dai trasferimenti (tel: 3405363196). Grazie dell’attenzione e dell’aiuto che vorrete darci.

Contatti mail:

 

  • comunicazionicobas@gmail.com

 

  • cobasvodafone@cobaslavoroprivato.it